La zanzara tigre sta conquistando anche le montagne? Aumentano le preoccupazioni per l'invasione dei rilievi alpini
La zanzara tigre è una specie originaria del sud est asiatico tropicale. A causa del cambiamento climatico e grazie alla sua notevole plasticità ecologica, questa specie si è diffusa in tutto il mondo, adattandosi e stabilizzandosi in regioni con climi temperati e in ambienti colonizzati dall’uomo, facendola rientrare così tra le cento specie invasive più pericolose identificate
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.
La zanzara tigre, Aedes albopictus, è una specie originaria del sud est asiatico tropicale. A causa del cambiamento climatico e grazie alla sua notevole plasticità ecologica, questa specie si è diffusa in tutto il mondo, adattandosi e stabilizzandosi in regioni con climi temperati e in ambienti colonizzati dall’uomo, facendola rientrare così tra le cento specie invasive più pericolose identificate. La prima segnalazione in Italia è datata al 1990 e la sua diffusione ha interessato principalmente le regioni del centro-nord, quali Lombardia, Emilia-Romagna, Liguria e Veneto. Nella Pianura Padana trova condizioni climatiche e ambientali altamente favorevoli alla sopravvivenza e alla riproduzione.
La loro diffusione in Europa ma anche in Italia è avvenuta in forma “passiva”, ovvero, quasi esclusivamente mediata dall’uomo e si ritiene che il trasporto marittimo, i veicoli terresti, il commercio di penumatici usati e di “Lucky bamboo” siano i principali mezzi di dispersione della zanzara tigre in nuovi paesi.
Nel nostro territorio vengono investite molte risorse per monitorarne la distribuzione e l'abbondanza, i motivi sono legati a una questione sanitaria; infatti, la puntura della femmina, non solo è molto fastidiosa ma può comportare la trasmissione di agenti patogeni come il virus della Dengue, del Chikungugna e Zika.
E grazie alle campagne di monitoraggio si è osservato che il clima, la stagionalità, la disponibilità di cibo e acqua giocano un ruolo molto importante; infatti, influenzano la sopravvivenza degli adulti e la loro capacità di svernamento, il numero di uova che depongono, la diapausa (ovvero fase di arresto spontaneo dello sviluppo embrionale) e lo sviluppo larvale.
In generale, i parametri soglia-climatici ottimali che favoriscono la sopravvivenza e l’attività degli adulti (quali l’accoppiamento e la produzione di uova) sono: una temperatura media invernale > 0° C che permetta lo svernamento delle uova, una temperatura media annuale > di 11°C e almeno 500 mm di precipitazioni annue. Tuttavia, la loro plasticità ecologica gli permette di sopravvivere anche in regioni temperate, favorendone l’insediamento a latitudini più settentrionali: è stato dimostrato che le uova in diapausa di Ae. albopictus europee sono in grado di sopravvivere a temperature di -10 °C, questo è un esempio di fenomeno di resistenza al freddo.
Parlando di latitudini e temperatura rigide la domanda sorge spontanea, ma possiamo trovare anche la zanzara tigre in montagna?
Gli inverni diventando più miti e le estati sempre più calde anche a quote superiori a 600-700 m, dove la probabilità di trovare la zanzara tigre è considerata medio-bassa; tuttavia, si inizia a segnalare, anche se sporadicamente, la loro presenza anche a quote più elevate, come nel caso dell’Albania (a 1000 m slm) o nel Lazio (a 900 m slm).
Alcuni autori considerano l’altitudine un importante fattore limitante nella distribuzione di Ae. albopictus, in Italia è stata rinvenuta fino a 600 m di altitudine, ma è probabile che il cambiamento climatico globale favorirà la distribuzione settentrionale di Ae. albopictus e i limiti di insediamento saranno più verso le regioni aride. Le regioni montuose come le Alpi europee sono considerate particolarmente sensibili e vulnerabili agli impatti meteorologici e climatici causati dal riscaldamento globale. Infatti, a partire dal 1890, nelle Alpi si è registrato un aumento medio annuo della temperatura pari a 1,1°C.
Interessante lo studio di monitoraggio condotto nel comune di Trento, la loro raccolta tramite ovitrappole nelle località di Montevaccino e Sopramonte ha fornito dati preliminari e prove sull’inizio dell’espansione della zanzara tigre (Figura 2); queste constatazioni fanno aumentare la preoccupazione per l'invasione dei rilievi alpini di queste specie con cui le pubbliche amministrazioni e le strutture turistiche si troveranno a confrontarsi nel prossimo futuro.
Fonti
- Colonization by tiger mosquito (Aedes albopictus Skuse, 1894)of mountain areas over 600 m above sea level in the surroundings of Trento city, Northeast Italy https://www.pagepressjournals.org/jear/article/view/12185/11865
- Climatic Factors Driving Invasion of the Tiger Mosquito (Aedes albopictus) into New Areas of Trentino, Northern Italy https://doi.org/10.1371/journal.pone.0014800
- Medlock JM et al., (2012) review of the invasive mosquitoes in Europe: ecology, public health risks, and control options. Vector Borne Zoonotic Dis.12(6):435-47. Doi: 10.1089/vbz.2011.0814.
- Thomas S.M., Obermayr, U., Fischer, D., Kreyling, J. and Beierkuhnlein, C. (2012) Low-temperature threshold for egg survival of a post-diapause and non-diapause European aedine strain, Aedes albopictus (Diptera: Culicidae). Parasites & Vectors 5, 100. Doi: 10.1186/1756-3305-5-100.